Qualche giorno fa, sulla mia Pagina Facebook, ho pubblicato il quote che vedi qui a fianco.
Ciò che accade sui social media rimane per sempre.
Tra i commenti Verdiana mi ha scritto che ammette che la cosa un po’ le faccia paura e di pensare non una ma due o tre volte prima di lasciare un suo commento su Facebook. Il timore è quello di pentirsi delle parole scritte sui social network.
Come vivere serenamente sui social network? Come comportarsi online? Come investire proficuamente il proprio tempo su Facebook, su Twitter o su qualsiasi altro social network senza venire travolti da milioni di notifiche, status, link da parte di persone che nemmeno ci interessano (ammettilo che segui realmente sono una minima parte dei tuoi contatti)? Cosa è bene dire e cosa invece è meglio evitare? Cerchiamo di fare chiarezza insieme.
Il mio network
Posso farti una confidenza? Quando è arrivato Facebook in Italia a me non piaceva. Mi sono registrata, ci ho passato un mesetto e poi mi sono stufata. “Serve solo per farsi i fatti degli altri” dicevo. Quanto sbagliavo! In realtà, purtroppo, la maggior parte della gente la pensa ancora così, ma è anche la prima a comportarsi in quel modo. Quando ho cominciato a cercare lavoro come web designer ho visto con occhi nuovi questo strumento. Uno strumento potentissimo per conoscere nuovi professionisti e intrecciare con loro nuove collaborazioni: per me che abito a Mantova (una bellissima città a misura d’uomo, nel bene e nel male) Facebook è stato un ottimo mezzo per conoscere web designer, copywriter, grafici e programmatori. E’ essenziale che tu costruisca bene la tua rete di relazioni: quali sono i tuoi interessi? Quali le tue aspirazioni? Facebook ti agevola. Che tu voglia diventare un fotografo professionista, un dj affermato, o un web designer non conta: devi fare in modo di far sapere al tuo network chi sei e cosa fai. Non ti sto dicendo che non devi accettare la richiesta di amicizia di un tuo amico perché ha interessi completamente diversi dai tuoi o fa un lavoro che non ha a che fare con il tuo: Facebook si basa anche su queste connessioni a differenza, per esempio, di Twitter (in cui puoi permetterti il lusso di essere estremamente selettivo). Sto cercando di farti capire quanto sia controproducente aggiungere o accettare richieste di amicizia solo per il gusto di far numero: avere tanti amici su Facebook, se un tempo era considerato cool, ora ormai è da veri e propri sfigati.
Io sono il mio network
Penso che il mio network mi rappresenti. Quasi completamente, per lo meno. Per questo gestisco i miei social network, ed in particolare Facebook, seguendo alcuni accorgimenti.
Non siamo numeri
Se una sera durante un aperitivo conosco una persona nuova e questa mi aggiunge su Facebook, accade spesso che non accetti la sua amicizia. Ti sembro antipatica? Il fatto è che se non mi ha colpito davanti ad uno spritz difficilmente lo farà su Facebook.
“Pulizia” è la parola d’ordine
Odio fare le pulizie di primavera, ma su Facebook mi diverto un sacco. Cancello regolarmente contatti con cui non c’è nessun tipo di interazione, da ambo le parti. Di nuovo, ti sembro antipatica? Capita che a volte accetti l’amicizia da parte di persone che, sul momento, possano sembrarmi interessanti: non sempre è così, sbaglio. Se non c’è dialogo, che senso ha condividere i miei aggiornamenti con degli sconosciuti?
Dio benedica il tasto “Non seguire più x”
Gli aggiornamenti non interessanti o costruttivi li nascondo. Si tratta spesso di aggiornamenti da parte di contatti che, per forza di cose, non posso cancellare. Per esempio, mi infastidiscono i meme, il negativismo sempre ed a ogni costo, il flame. A te non è mai capitato?
Liste, liste, liste!
Sono una fan delle liste: le uso con i miei contatti, ma soprattutto, per le Pagine che amo. Così tengo tutto in ordine: lavoro, famiglia e amicizie hanno una lista ciascuno, così come i miei interessi: Social Media, SEO, Web Design, etc. Così non perdo tempo nella timeline principale e di fatto ho un feed aggiornato con le notizie per me più interessanti (un po’ come Feedly, per intenderci).
La chat è per sedicenni
Uso assai di rado la chat di Facebook e il mio account è impostato sempre su offline. Lo reputo uno strumento per adolescenti, è più forte di me (se vuoi, puoi provare a farmi cambiare idea nei commenti). Se uso la chat è per spostare in privato una discussione nata in un post, poiché un post con millemila risposte rompe le scatole a tutti, soprattutto quando le notifiche arrivano sul cellulare, di continuo. Quante volte ti è capitato?
Modera il linguaggio
L’uso che facciamo dei social network definisce chi siamo. Puoi usarli per rimanere in contatto con amici e parenti lontani o per lavoro. Dato che i social network sono luoghi pubblici di certi argomenti è meglio non parlare. Scrivi status in cui ti lamenti del tuo datore di lavoro? Ecco, non è molto intelligente da parte tua e nemmeno molto furbo. Io ho scelto di non trattare alcuni argomenti sui social network come non faccio, per dire, nemmeno al bar. Non parlo di religione, politica e sessualità: questo perché, questi temi non mi interessano, mi interessano troppo o non ne so abbastanza. Con l’avvento del web 2.0, ma ancora di più con il boom dei social network, siamo diventati tutti personaggi pubblici, che ci piaccia o no. Non sai chi ti legge e non sai chi sarà il prossimo che risponderà a un tuo aggiornamento: il risultato potrebbe essere essere quello di portare avanti discussioni infinite, superficiali, sterili con persone spesso ignoranti o in cerca della ragione, a tutti i costi. Discorsi da bar per gente da bar. Non meritano il mio tempo (e la mia intelligenza!).
Ciao Laura,
hai scritto un post interessante in cui prendi delle posizioni molto forti. Io alcune di esse, pur rispettandole non le condivido. Facebook: tagliare le amicizie, o negare una richiesta d’amicizia non solo ti può far sembrare antipatica, ma ti può precludere possibilità di business. Se c’è una cosa che in teoria i social dovrebbero aver portato nel mondo del lavoro è proprio la possibilità di far affari in maniera non convenzionale. E’ una cosa che ha a che fare con la socialità, non è infatti molto diverso da quello che avviene al bar. Sai, a volte da una semplice chiacchierata durante un aperitivo può saltar fuori una collaborazione oltre che un’amicizia. Sui social è lo stesso: perché togliersi questa possibilità? Magari sei la professionista più brava del mondo nel tuo settore, ma se risulti antipatica i potenziali clienti potrebbero rivolgersi altrove a causa del tuo atteggiamento poco friendly. I social non andrebbero gestiti come una lobby massonica, è bene avere una cerchia molto variegata di contatti, nella vita non si sa mai…più persone si conosce, meglio è. Questo ti permette anche di “studiare” meglio le tue strategie, capire come gli altri reagiscono ai tuoi post e di conseguenza diventeresti anche una professionista migliore. Ti invito a riflettere.
Simone
Ciao Simone, benvenuto e grazie per il tuo intervento, lo apprezzo molto! 🙂
Mi sono spiegata male? Non taglio amicizie tanto per, non nego di default le richieste di amicizia e ai miei clienti non rispondo come se soffrissi di sindrome premestruale perenne, anzi!
Mi hai dato uno spunto per un nuovo post, ma brevemente, posso dirti che per costruire un network solido secondo me sì, non devi permettere che ne facciano parte cani e porci.
Tu hai fatto l’esempio dell’aperitivo: a me piace molto questo “rito”, come conoscere e relazionarmi con gente che non conosco davanti ad uno spritz. Però della gente che conosco non tutti mi piacciono, come non a tutti posso piacere io. L’ho già detto: per esempio, il più delle volte, mi annoia un sacco parlare con persone che trattano quasi sempre e solo di politica, religione, sessualità, perché il più delle volte, purtroppo, lo si fanno con leggerezza e mari di ignoranza. Al bar e sui social network. Mi fanno sbadigliare senza sosta le persone autoreferenziali, così come quelle che sparlano di altre e quelle che si lamentano sempre e comunque, ma poi non muovono un dito per cambiare la propria posizione. Mi danno fastidio al bar e mi danno fastidio sui social network. Nel mio network non creano valore per se e per chi ne fa parte, sono un peso morto, che appesantisce e rallenta il mio network: perché dovrebbero farne parte?
Beh, se riesci ad individuare subito le mele marce, buon per te. Io concedo il beneficio del dubbio a tutti, magari non sono così bravo a scegliere subito i contatti giusti, ma gli valuto in funzione del loro valore potenziale. Tutti potrebbero aver bisogno di me così come io potrei aver bisogno di loro, a prescindere dalla simpatia reale o presunta, dai luoghi comuni e dalle eventuali chiacchiere da bar. A volte in loro c’è più di quel che sembra (questa è una citazione di Optimus Prime, ma ci sta a pennello). Non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo post!
Simone
Il beneficio del dubbio di tanto in tanto lo concedo anch’io, ma con il tempo sono diventata molto selettiva… sarà l’età che avanza? 😛
Grazie per i complimenti, a presto! ^_^
Oddio, talebano addirittura?
Vabbè dai… Era una metafora… Diciamo che uccido relazioni sociali sul web che non portano a nulla.
Mi piaceun sacco il tuo blog! Sto leggendo molti articoli pian piano, grazie Laura! 🙂
Grazie mille a te per i complimenti, sei gentile (e tutto ciò mi sprona a fare ancora meglio)!