Questo post è dedicato a te, mio caro giovane aspirante freelance.
Il personal branding in due parole
Il personal branding è l’insieme delle attività e delle operazioni atte a far conoscere in maniera distintiva te stesso. Nel personal branding sei tu il prodotto. Perché un cliente dovrebbe scegliere te piuttosto di un altro professionista nel tuo settore? Che cosa ti contraddistingue dagli altri? Che cosa sai fare? Come lo fai? Perché sei il migliore? Sono domande noiose e anche scomode, ma devi trovare le risposte.
Molto più banalmente, se sei all’inizio, devi iniziare a farti conoscere: devi dire alla Rete che esisti. Per me questa consapevolezza fu un po’ come prendere un pugno in faccia (beata ingenuità, la mia, come al solito). Sapevo di essere brava in quel che facevo, ma non riuscivo a capire come mai i contatti stentassero così tanto ad arrivare.
Voglio quindi riassumerti i punti del mio percorso iniziale, sperando di fare un po’ di luce nelle tue zone d’ombra.
1. Brand o nome?
Questione spinosa: creo un brand o mi faccio conoscere con il mio nome e cognome? Dipende dal tuo settore: io al tempo inventai Yunikon Design e per quanto ci sia affezionata, ami il significato che ci sta dietro e mi dia ogni volta delle gran pacche sulle spalle quando vedo il logo, forse ora sceglierei il mio nome e cognome. Ricorda che se decidi di avere un brand dovrai pensare a qualcosa in grado di farsi ricordare. Fai quello che io chiamo il test del telefono: chiama un amico e se dall’altra parte della cornetta, al pronunciare del tuo brand, lui risponde “eeeh?” ricomincia da capo. Infine, ricorda di non prendere sottogamba questa fase: è una delle più lunghe e difficili, perché non è facile scegliere qualcosa che ti rappresenti alla perfezione. A volte ti sembrerà di non trovare un senso a quello che stai facendo (pacca sulla spalla: forza!).
2. Sito web
Investi qualche soldo nell’acquisto di un dominio con hosting integrato. È più forte di me, rabbrividisco ogni volta che leggo di professionisti – o presunti tali – che hanno un dominio di terzo livello, ottenuto tramite un sito gratuito (Altervista, Wix, Blogger, WordPress.com, solo per citarne alcuni). Un dominio e relativo spazio ti costano al massimo 50 euro l’anno: vale la pena sacrificare la tua professionalità agli occhi di un possibile cliente per così poco?
Il tuo sito ti servirà per dire chi sei (about page), elencare i servizi che offri, inserire i tuoi lavori (portfolio) e le tue referenze. Di fatto è l’hub di tutta la tua attività, perché è grazie a lui che ti conosceranno ed è principalmente da lì che arriveranno i tuoi contatti.
3. Email
Se compri un dominio, abitualmente un’emai è inclusa, ma può anche andar bene quella di Gmail. Registra una nuova email tenendo a mente che: no – sottolineato in rosso – a nickname, a soprannomi che ti hanno dato gli amici durante l’adolescenza, ma soprattutto, assolutamente no ai nomignoli che ti ha affibbiato la tua fidanzata (che magari nel frattempo è diventata la tua ex). Affideresti qualsiasi lavoro a qualcuno che ti scrive usando trottolino_amoroso86@gmail.com?
4. Bio
È la pagina che dice chi sei e che cosa fai (chiamata anche about page): è una delle più difficili da scrivere, ma è necessaria. Io faccio così: la mia about page non la infarcisco di troppe informazioni. Non sono mai andata troppo a ritroso nel tempo, inserendo esperienze lavorative passate o studi effettuati. Scrivo invece chi sono e di cosa mi occupo attualmente, linkando poi i miei profili Twitter e Linkedin: così unisco formale ad informale e se qualcuno é stalker quanto basta, può saperne di più su di me attraverso quei canali.
5. Social Network
Non c’è bisogno che ti dica che i social network sono fondamentali, vero? Ti rinfresco la memoria con qualche piccolo evergreen:
- l’immagine di profilo è importante: deve rappresentarti, quindi diciamo tutti insieme NO a foto profilo raffiguranti il tuo animale domestico, il tuo gruppo musicale preferito, il cartone animato che seguivi da bambino. E no, prima che ti venga il pensiero, non valgono nemmeno le foto di 20 anni fa (ti piace vincere facile?). Usa la stessa foto profilo per tutti i social media;
- imposta la privacy: fatti un giro nella sezione riguardante la gestione della privacy di Facebook. Io per esempio condivido i miei aggiornamenti e le mie foto solo con i miei amici ed ultimamente sono diventata piuttosto selettiva anche con questi ultimi. Se vuoi quindi taggarmi in una foto o scrivere sulla mia bacheca devi avere prima il mio benestare.
- usa il cervello: sempre più spesso la gente non lo fa, davvero. I social network possono essere un ottimo strumento per trovare lavoro, quindi no, non è vero che servono solo a farsi i fatti degli altri. Dai sempre un’immagine positiva di te, perché se è vero che è una gran palla leggere di gente sempre presa male con il mondo è altrettanto vero che è una gran noia collaborare / lavorare con te, che ti lamenti sempre, sui social e fuori da essi (scontato). Per me questa è una vera e propria battaglia: ho pure scritto di come vivere serenamente sui social network e di come ritrovare la propria positività (o allenarla, se non sai cosa sia).
6. Presenza online
Questo è secondo me il punto più importante, quello più difficile da seguire, e quello che in pochi riescono a realizzare con successo. Costruire la propria personal branding è un lavoro che richiede molto tempo, altrettanta pazienza e come se non bastasse, non finisce mai. È quindi indispensabile che tu faccia sempre sentire alla Rete che esisti, che ci sei. Lo puoi fare in vari modi: scrivendo un post sul tuo blog, se ne hai uno, commentando su blog e forum, aggiornando il portfolio lavori, scrivendo una tua opinione con un tweet. Fai in modo che la gente non si dimentichi di te, è fondamentale.
7. Obiettivi
Siamo arrivati all’ultimo punto. Tutti gli altri ti sembreranno inutilità se non hai ben chiaro prima di tutto questo (l’ho lasciato per ultimo volutamente). Perché vuoi diventare un freelance? Dove ti vedi tra cinque anni? Cosa starai facendo? Ecco, quello è il tuo obiettivo. Ora ti serve un piano per arrivarci, a piccoli passi. E io penso proprio che tu ce la possa fare.
É tempo di brillare
Ora è il tuo turno. Hai altre idee per il tuo personal branding? Parliamone insieme nei commenti!
Caschi sempre a fagiolo nel momento in cui ho bisogno di un chiarimento. Sei provvidenziale… l’ho sempre detto. 🙂
Ho pensato anche a te, quando ho scritto questo post. Felice di leggere che l’hai trovato utile. 😉
Complimenti per il post, davvero molto utile. Devo dire che mi hai tirato parecchio su di morale stasera. Dopo anni passati a lamentarmi come un pò tutti i giovani fanno al giorno d’oggi, ho capito le mie vere passioni quali sono, ed intendo coltivarle e lottare per riuscire a trovare un lavoro gratificante. Ed ho capito che i passi da fare ancora sono molti, soprattutto per chi come me intende trovare lavoro sul web. Ma mai darsi per vinti.
E’ un ottimo punto di partenza Francesco. Non demordere, sii determinato e credi nelle tue capacità e convinzioni, anche e soprattutto quando gli altri ti diranno il contrario. 😉 Ti aspetto qui per sapere come va.
Io adoro fare personal branding! Se posso aggiungere una cosa io cerco di inserire sempre un tratto della personalità o nel caso di clienti, di quello che è la mission della loro attività. Ad esempio nel mio volevo comunicare che amo gli anni ’60 e che mi sento un po’ pinup.. si capisce? ahhahah!
Si capisce, eccome! 🙂