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Fiducia, non traffico

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Ho fatto fatica a scrivere i miei tre consigli, perché in fondo, non potevo fare a meno di chiedermi: perché mai dovrei volere una cosa simile?

La parola magica è: convertire

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Dobbiamo lavorare sulla fetta di torta verde, baby.

Ho questa idea: avere una marea di visitatori che transitano sul tuo sito web non serve a niente.

Fidati di me: quelli che continuano a ripetere che il “il mio blog fa n° visite mensili” hanno la sindrome del macchinone-suv-sparamissili o dello smartphone-con-schermo-da-20.000-pollici (per non dire altro, di più anatomico).

Chiediti: perché desidero che i visitatori arrivino nel mio sito/blog? Per farmi conoscere come professionista? Per vendere un prodotto o un servizio? Per informare su un argomento?

Ogni volta che un visitatore centra l’obiettivo che ti sei dato qui sopra hai ottenuto una conversione. Questo vuol dire che il visitatore si è trasformato in un lettore del tuo blog o in un nuovo cliente.

Quindi: se guardiamo il tutto sotto un’ottica aziendale, preferiresti avere in un giorno, 1000 visite e 5 nuove richieste di preventivo dal modulo contatti o 300 visite con 3 richieste di preventivo?

La risposta sono certa che te la sai dare da solo.

Fiducia, non traffico

Noi professionisti dobbiamo imparare a trasmettere fiducia. Possiamo riuscirci raccontando ogni giorno il nostro lavoro e trasmettendo informazioni utili; non temiamo di prendere per mano i nostri lettori e clienti, per accompagnarli lungo un percorso che noi già ben conosciamo ma che per loro è oscuro ed impervio.

Immagino questo percorso come ad un videogame: ad ogni livello corrisponde uno strumento che il mio cliente o lettore acquisisce, tramite il mio lavoro o un mio post. Alla fine del gioco il cliente è pronto, ha vinto, ed è pronto a proseguire senza il mio aiuto.

Psicologia della Condivisione

E’ anche vero che a poco serve avere contenuti scintillanti se poi pochi sono pronti a condividerli sui loro canali sociali.

Perché le persone condividono un contenuto piuttosto di un altro? Per tre motivi:

  • perché si identificano in quel contenuto (è qualcosa in cui credono);
  • perché gli è servito e può aiutare altri;
  • perché credono nella persona o nell’azienda che ha ideato quel contenuto.

Così, le persone sono più propense a leggere cose che amici o follower hanno condiviso sui social network e se ciò avviene con i nostri contenuti diventano un po’ nostri sostenitori. Perché se è vero che un Mi Piace è un temporaneo legame tra noi e loro è soprattutto vero che una condivisione è un atto coraggioso ed intimo. Una condivisione è dire ad amici e follower “ehi, io credo in questo contenuto e merita la tua attenzione”.

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