Questo è un post dedicato ai freelance: a quelli che lo sono già, ma soprattutto a quelli che desiderano fare il grande salto. Ed è un post per tutti i loro futuri clienti.
Mettiamo che sei un dipendente stufo di andare tutte le mattine a lavorare in un’agenzia che non lo valorizza, oppure un creativo che si è appena laureato. Entrambi rimuginate da mesi su questa cosa del diventare freelance: buttarsi o no? E il vostro cuore vi risponde: “sì!”. Ecco, sulla carta siete certi di spaccare, perché creatività, impegno e coraggio non vi mancano. I primi clienti non mancherebbero nemmeno, perché ormai vi conoscono tutti come persone che sanno fare dannatamente bene il proprio lavoro. Ma vi manca la pratica e al primo preventivo, vi ritrovate lì a chiedervi: meglio lavorare a progetto o a ore?
Qualche ruga in meno fa
Ho iniziato a fare questo lavoro in un’agenzia web. Mi sono bastati una manciata di mesi per capire che il lavoro da dipendente non faceva per me, ma questa esperienza mi è servita per capire quello che davvero volevo e come procedere nei mesi successivi. Dopo aver lasciato quel posto, tempo un paio di mesi e sono diventata freelance. Trovare clienti non è stato così difficile come immaginavo: la cosa più faticosa è stata imparare a gestire la mia attività da libera professionista.
Contatti con i clienti, preventivi e scadenze sono diventate – tutto d’un tratto – parti integranti delle mie attività quotidiane. Se un tempo queste operazioni erano prerogativa di una persona designata in azienda, ora tutto ricadeva su di me e io non avevo la più pallida idea di come fare per venirne a capo.
Uno degli scogli che ho fatto più fatica a superare è stato capire come valutare il mio lavoro: se a progetto o a ore. Con gli anni ho imparato come si fa, ma per chi è freelance da poco non è semplice destreggiarsi tra queste questioni.
Quando lavorare ad ore
La tariffa ad ore è in uso soprattutto tra i paesi anglosassoni. In Italia ne ho sentiti pochi di web designer che lavorano ad ore, ma l’opzione non è da escludere a priori, anzi.
Puoi lavorare ad ore quando le attività che devi fare sono brevi e di routine.
Io lavoro ad ore, di solito, quando il sito del mio cliente è già online e devo compiere delle operazioni semplici, come aggiornare i plugin, o WordPress, o apportare delle piccole modifiche al tema del sito.
Puoi lavorare ad ore anche quando fai una consulenza. Le consulenze sono degli ottimi servizi che puoi offrire ai tuoi clienti: io di solito le faccio per insegnare loro qualcosa, come ad esempio, come preparare una newsletter, scrivere un post sul blog che funzioni, leggere e interpretare i dati di Google Analytics o Facebook Insight.
Funzionano perché al cliente piace sapere cosa sta succedendo nella sua comunicazione online: è un po’ come dargli i superpoteri o fornirlo di un terzo occhio.
Di contro a me piace perché sono sempre felice di insegnare qualcosa di nuovo ai miei clienti. Mi entusiasma sapere che possono fare a meno di me.
Quando lavorare a progetto
Se sei un web designer per te è quasi scontato lavorare a progetto.
Puoi lavorare così se sai già quanto durerà il lavoro. Il progetto non dovrà protrarsi per troppo tempo e soprattutto dovrà essere specifico.
Puoi lavorare a progetto se prevedi di inserire nella tua offerta dei pacchetti di servizi. Per esempio, potresti decidere di vendere sito web, hosting e un certo numero di ore di consulenza in un unico pacchetto, ed offrirlo ai tuoi clienti ad un prezzo speciale. Questo è un buon modo per te di lavorare, perché specificando nel dettaglio i servizi offerti puoi stimare quanto tempo ti impiegherà la realizzazione dell’intero lavoro. Ed è una bella soluzione anche per tutti quei clienti che non hanno un budget elevato da investire.
Quale scegliere
Non scegliere di lavorare in un modo escludendo l’altro. Entrambi sono validi e credo che il segreto stia nel riuscire a mixarli con equilibrio.
Di solito faccio così:
- lavoro a progetto quando devo realizzare un sito web. È semplice procedere perché la descrizione dell’intero servizio è già spiegata con cura sul mio sito, così il mio possibile cliente sa già quanto spende e che cosa avrà in cambio. Procedo così anche se devo realizzare una campagna di email marketing per un cliente: aprire un account Mailchimp, compilarlo in tutte le sue parti, creare liste e newsletter;
- se devo fare una consulenza (anche online), o fare attività di manutenzione del sito o ancora, se devo studiare una strategia di email marketing, allora lavoro ad ore. Stessa cosa se mi è stato richiesto un servizio di visual communication, come la creazione di un logo o un media kit, perché non so di preciso quanto tempo mi porterà via o meglio, non so se al cliente piacerà al primo colpo il mio lavoro (di solito sì, evviva!).
In pratica, se vogliamo prendere ad esempio la mia attività:
- lavoro a progetto per la realizzazione di un sito web, successivamente lavoro ad ore per tutte le implementazioni su quel sito;
- processo inverso: lavoro ad ore per studiare una strategia di email marketing, ma poi quando metto il tutto in pratica su Mailchimp lavoro a progetto.
Penso che sia sbagliato pensare ai nostri servizi, ma soprattutto al rapporto con i nostri clienti, come a qualcosa che si esaurisce nel tempo. Quando finisco un sito web non dovrei sparire nel nulla. Quando penso a una strategia di email marketing dovrei riuscire ad implementarla su Mailchimp (o su qualsiasi strumento di email marketing) o insegnare ai miei clienti come fare.
I clienti vogliono essere indipendenti. Prendere il telefono, chiamarmi, chiedermi una modifica al sito li scoccia, perché non si sentono indipendenti e non hanno il controllo totale di strumenti che dovrebbero facilitargli la vita, non rallentargliela.
Di contro, desiderano avere al loro fianco una persona che li segua, li consigli, li prenda per mano e li accompagni a conoscere uno strumento che li intimorisce o li spaventa.
Penso che non ci sia nulla di male nell’ammettere questo e credo che sia bellissimo essere lì, quando ne avranno bisogno, pronta ad aiutarli.